Indicazioni alla FIVET
1) Fattore tubarico
2) Infertilità maschile di grado moderato
3) Endometriosi III-IV stadio
4) Endometriosi se la chirurgia o le inseminazioni intrauterine non hanno dato risultati
5) Infertilità inspiegata se il trattamento precedentemente non ha dato esiti positivi
6) Seme crioconservato in relazione alla qualità seminale successiva allo scongelamento
La fertilizzazione in vitro con Embrio Transfer consiste nel prelevare gli ovociti maturi dallíinterno dei follicoli e porli in piastre insieme agli spermatozoi del partner in modo da permettere líingresso degli stessi nella cellula uovo, cosÏ da formare gli embrioni da trasferire successivamente in utero.
Come si effettua un ciclo di FIVET
1) Stimolazione ovarica e monitoraggio follicolare: si somministrano farmaci in grado di stimolare la crescita dei follicoli all'interno dell'ovaio e si effettuano controlli ecografici e ormonali periodici, di solito a giorni alterni, per valutare la risposta ovarica ed eventualmente modificare la terapia.
2) Prelievo di ovociti:
quando i follicoli raggiungono circa i 20 mm di diametro si somministra un farmaco (HCG) che permette la maturazione finale degli ovociti e si procede al prelievo chirurgico sotto guida ecografica.
L'ago viene fatto passare attraverso la parete vaginale e indirizzato all'interno di ciascun follicolo.
Il prelievo di ovociti viene eseguito in Day Hospital in anestesia generale (sedazione profonda).
3) Si procede a fertilizzazione in laboratorio mettendo insieme gli ovociti prelevati con gli spermatozoi:
dall'introduzione della legge 40/2004 è possibile utilizzare per la fecondazione un massimo di 3 ovociti; il resto delle cellule uovo può essere crioconservato e utilizzato in seguito se non si instaura la gravidanza su ciclo fresco.
4) Trasferimento degli embrioni:
dopo minimo 2, massimo 5 giorni dal prelievo di ovociti si può effettuare il transfer degli embrioni direttamente in utero sotto guida ecografica. Viene introdotto un sottile catetere attraverso il collo dell'utero contenente gli embrioni che vengono rilasciati appena si raggiunge il fondo dell'utero.
Questa fase è del tutto indolore e non necessita di anestesia.
5) Congelamento degli ovociti:
tecnica in uso con maggiore frequenza dopo l'approvazione della legge 40/2004 che permette di congelare gli ovociti soprannumerari ottenuti al prelievo ovocitario. In questo modo la paziente può utilizzare, senza ripetere la stimolazione ovarica, i propri ovociti nel caso in cui non ci sia stata gravidanza su ciclo fresco o dopo una gravidanza andata a buon fine per un altro tentativo. I tassi di sopravvivenza allo scongelamento sono in miglioramento.
Presenze al centro
Per lei = 5 / 6 presenze per il monitoraggio follicolare
Per lei = 2 presenze in day hospital per il prelievo di ovociti e il transfer nell'arco di 15 - 18 giorni
Per lui = 1 presenza, il giorno del prelievo di ovociti
Quali sono i rischi
Il prelievo ovocitario viene in genere effettuato in anestesia generale.
Può comportare un rischio di lesioni di organi interni intorno allo 0,1 - 0,2% o di infezioni pelviche tali da richiedere un ricovero ospedaliero per la terapia del caso.
E' importante che non vengano prelevati ovociti immaturi, degenerati o non adatti per l'utilizzo: questo può accadere nello 0,5% dei casi.
In circa il 2,5% dei casi esiste la possibilità che l'embrione si possa impiantare nella tuba determinando così una gravidanza tubarica. Tale evenienza potrebbe causare un intervento chirurgico di asportazione della tuba stessa.
Gravidanza multipla.
Sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS). E' una conseguenza della stimolazione ovarica e può essere definita come una serie di sintomi causati da un aumento del volume delle ovaie e dal passaggio abnorme di liquidi, sali e proteine, dal circolo ematico (sangue) a distretti che normalmente non contengono liquidi (ad es. addome, pleura, pericardio). La sindrome è caratterizzata da intensa tensione addominale, aumento di peso e della circonferenza addominale, diminuzione del volume di urina.
Possono associarsi altri sintomi, quali nausea, vomito, diarrea e dispnea.
La forma severa può provocare ulteriori complicanze quali: fenomeni tromboembolici, ischemia renale e ARDS (distress acuto respiratorio dell'adulto) che compromettono severamente la salute della paziente. Anche se molto rari, sono riportati casi di decesso conseguente a questi fenomeni.
L'incidenza della sindrome è fortunatamente molto bassa, ma non è possibile prevedere con certezza quali pazienti, tra quelli con parametri a rischio, andranno effettivamente incontro a questa complicanza. L'insorgere della sindrome è infatti legata a una predisposizione soggettiva che non è identificabile a priori. La sindrome può comparire al momento dell'iniezione dell'HCG o, nella maggiore parte dei casi, nel momento in cui inizia la gravidanza.

Come gestire la sindrome
Se viene accertata l'insorgenza della sindrome e se i sintomi sono severi, è necessario il ricovero in una struttura specializzata, per eseguire:
1) controlli giornalieri emato-chimici
2) controlli ecografici
3) consulenze internistiche e nefrologiche
L'ospedalizzazione e il monitoraggio ravvicinato delle pazienti è il miglior approccio per instaurare la terapia medica necessaria. La terapia prevede somministrazione di quantità controllate di liquidi, Albumina, farmaci anticoagulanti. La terapia farmacologica e l'infusione di liquidi deve essere modulata quotidianamente in base ai parametri clinici della paziente.

Il risultato della FIVET e delle tecniche PMA in generale è influenzato dall'età materna. Infatti anche in coppie senza evidenti fattori di infertilità, la percentuale di successo diminuisce gradualmente all'aumentare dell'età della donna.

Al trasferimento degli embrioni segue un periodo di 12 - 15 giorni di attesa per l'esecuzione del test di gravidanza con il prelievo della beta HCG. In questo periodo si somministra progesterone per via intramuscolo e le pazienti possono raggiungere 24h/24 gli specialisti del centro per eventuali dubbi o per un supporto psicologico, molto importante in questa fase.