Chaaria è un piccolo villaggio Kenyota situato nel deserto di Gatimbi, a circa 400 km a nord di Nairobi.
La maggior parte della popolazione vive in casette costruite all’interno del proprio appezzamento di terreno. Il Cottolengo Center si trova proprio nel villaggio a 1 km da Chaaria market vicino alla Chiesa Parrocchiale fatta costruire dalla Piccola Casa di Torino e dedicata appunto a San Giuseppe Benedetto Cottolengo.
Il centro offre un servizio di ospedale (in cui è incluso un laboratorio analisi ed un centro di fisioterapia), di ricovero per disabili “buoni figli” e di accoglimento di alcuni orfani per i primi sei mesi di vita. Serve un’area molto vasta, che si estende a quattro distretti (Meru central, Tharaka, Meru North e Isiolo).
La gente in media viaggia per circa 6-8 ore per raggiungere il centro.Ci siamo recati in questo ospedale tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre per prestare volontariato ed occuparci delle pazienti ostetrico ginecologiche.
E’ un’esperienza molto forte quella che ci siamo trovati a vivere lì, per diversi motivi. L’ospedale per quanto funzionale gestisce una enorme quantità di pazienti di tipo ostetrico, ginecologico, chirurgico, che accedono tramite un pronto soccorso attivo tutti i giorni e con i pochi mezzi messi a disposizione, abituati alla nostra gestione, all’inizio è davvero difficile. La situazione delle pazienti ostetriche è valutata in gran parte dalle “nurses”, infermiere ed ostetriche con una enorme esperienza pratica che le supporta nella maggior parte dei casi lasciando al medico davvero solo la patologia.
Le donne in gravidanza non effettuano quasi nessun controllo ecografico né di laboratorio e a volte non sanno neppure riferire la data di inizio della gravidanza. Arrivano in ospedale dopo molte ore di cammino e tante volte in questi giorni ci siamo trovati a gestire situazioni di vera emergenza. Il ricorso al taglio cesareo è anche lì previsto per le pazienti che hanno subito in una precedente gravidanza quel tipo di intervento, e viene poi consigliato alle pazienti alla prima gravidanza solo se con complicanze.
La sala operatoria è unica per tutti i tipi di interventi quindi bisogna sempre sperare che nell’ipotesi di un cesareo di urgenza sia libera. La sala è funzionale ma davvero con pochi mezzi, gestita da infermiere molto competenti che hanno fatto della grande esperienza vissuta lì una cultura medico chirurgica da fare invidia a noi medici a volte troppo presi dalle teorie. Gli interventi di ginecologia come miomectomie, asportazioni dell’utero, casi purtroppo di tumori vengono per quanto possibile programmati per il periodo in cui si trova lì un volontario ginecologo.
Per cui abbiamo gestito casi di carcinomi dell’utero, isterectomie, gravidanze extra uterine coadiuvati dall’equipe infermieristica e dal valido Frate dr Giuseppe Gaido, direttore della struttura che da anni vive in Kenya ed esercita la sua professione lì.
Non dimenticheremo mai i visi delle persone di Chaaria, i bambini sorridenti nonostante tutto, il caldo sfiancante, il meritato riposo notturno, i colori e gli odori di un luogo che mi è rimasto scolpito nell’anima.
Non è stato facile lavorare in condizioni di ridotta disponibilità di strumentazione, di fili di sutura, di tecnologia, con il grosso handicap della non conoscenza della lingua locale, sebbene quasi tutti parlassero l’inglese, ma è stata una esperienza bellissima che ci ha arricchito dal punto di vista umano e medico, che ci ha fatto capire come forse per fare bene il nostro lavoro basti poco, e che ci ha fatto sentire grati del nostro operato anche solo quando ci è stato rivolto un sorriso ringraziandoci con una delle poche parole che sappiamo di swahiili: “asante”, grazie.